mercoledì 2 marzo 2011

Crespelle di riso catanesi (credo)

Se per caso ci fosse qualche lettore di Catania è gentilmente invitato a dirmi se questa ricetta somiglia all'originale e si accettano varianti!!!
io l'ho copiata da internet visto che la mia ricetta giace in chissà quale cassetto, libro, armadio, angolo dei 45 metri quadri di casa in cui vivo...
le migliori crespelle di riso che io abbia mai mangiato le ho gustate a Catania: daltronde sembra siano nate proprio lì nel '700 dalle sapienti mani dei monaci benedettini: De Roberto ne I Vicerè ci dà un prezioso spaccato della deliziosa vita dei monaci i quali passavano il tempo a mangiare, bere e andare a spasso ma che erano anche sapienti cuochi: "In città, la cucina dei Benedettini era passata in proverbio; il timballo di maccheroni con la crosta di pasta frolla, le arancine di riso grosse come un melone, le olive imbottite, i crespelli melati, erano piatti che nessun altro cuoco sapeva lavorare".
Così a Catania questi dolcetti fritti che si consumano ormai tutto l'anno sono dette crespelle uso Benedettini, alla maniera dei Benedettini e mi scuso se la ricetta che propongo non e' forse quella vera! ma comunque buonissima!!!
la ricetta originale è qui:
io ve la copio con delle piccolissime modifiche:
INGREDIENTI:
250 gr di riso originario
550 ml latte + 100 ml latte
250 ml acqua 
250 gr di farina
10 gr di lievito di birra
un pizzico di sale
scorza grattuggiata di un'arancia e di un limone
un pezzetto di cannella e un pezzetto di vaniglia

olio per friggere

miele all'arancio o miele millefiori

Si mette in una pentola il riso con i 550 ml latte e tutta l'acqua, il pizzico di sale, la cannella e la vaniglia. Si cuoce il tutto a fiamma bassa fino a che il riso non è stracotto e i liquidi completamente assorbiti (ci vorrà più di mezz'ora).
Si toglie la cannella e la vaniglia e si lascia freddare la nostra pappetta per bene. 
Mettiamo la farina in una ciotola capiente, facciamo un buco al centro e disciogliamo il lievito con il latte leggermente intiepidito. Impastiamo per bene. 
Una volta che abbiamo ottenuto una palla omogenea aggiungiamo il riso e lavoriamo l'impasto fino ad ottenere un composto ben legato (rimarrà comunque un po' morbido, va bene così!). Lasciamo lievitare per un'ora.
A questo punto rovesciamo l'impasto in un tagliere di legno e con l'aiuto di una spatola tagliamo dei piccoli tocchetti di impasto (piu' o meno la lunghezza e la larghezza di un dito) e riversiamo i tocchetti nell'olio ben caldo e friggiamo le crespelle finchè non saranno ben dorate.
Le scoliamo e le asciughiamo con carta assorbente e poi le disponiamo in un contenitore e versiamo sopra del miele (appena scaldato qualora si presentasse in stato semi-solido). 

Per la sera preparatevi una minestra di verdure o un'insalata...mettete in conto che le mangerete tutte...

11 commenti:

  1. ecco le cose che mi mancano di più della mia Sicilia!!!
    Che buone le adoro!!!!

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  2. Ma sai che non le conoscevo? Chissà che sapore hanno!! Hanno un aspetto golosissimo!!

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  3. Hanno un aspetto goloso e delizioso.


    ciao

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  4. Ciao! catanesi o meno..ci sembrano un dolcino davvero invitante e gustoso! noi non ci faremo certo problemi ad assaggiarle ;)
    baci baci

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  5. ciao shade.... per me devono essere una bontà... brava! un bacio cara e come stai ???... a presto ELY

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  6. Oddio!!! e chi saprebbe resistere?!
    ho già addocchiato anche lòa ricetta sotto con i pistacchi eheh vado subito a dare una letta ^_^ complimenti per questa ricetta :>

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  7. Ciao Shade!!!!!! mamma mia ma che buone che sembrano queste crespelle!!!!!! quante cose buone si fanno in Sicilia....

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  8. ciao Shade!squisite queste crespelle! complimenti!

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  9. sono meravigliose! :) domani me ne pappo una montagna! ehehehehe

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  10. Ciao, se vuoi qualche consiglio Io sono catanese.... e mi occupo anche di pasticceria, nel senso che faccio questo lavoro. Il dolce è si un dolce conventuale, ma è stato inventato dalle suore Benedettiene e non dai monaci,le quali erano povere e per campare confezioavano ottimi dolci e li vendevano in giro per le case chiedendo un obolo in cambio, ovviamente gli epicurei Frati benedettini ne hanno adottato la ricetta. Quindi il dolce nasce con ingredienti poveri e facilmente reperibili all'epoca...
    La proporzione riso farina va bene, un pò troppo il liquido che deve essere uno a due, cioè per un 1 chilo di riso due litri di liquido, una volta si usava latte o latte e acqua oggi le pasticcerie usano tutta acqua, il riso va buttato giù ad ebbollizione e non va mai girato; meglio se la qualità è Roma come per gli arancini. Il lievito di birra o altro lievito è variabile e facoltativo, nella ricetta originaria non c'era, oggi lo si aggiunge per dare più volume alle crispelle ed ottenere più prodotto con la stessa materia prima. Niente buccia di limone nell'impasto, ne baccelli di vaniglia o cannella, sono eresie... solo buccia di arancia. La cannella invece va bene in polvere messa nel miele o spolverata sopra insieme allo zucchero a velo ma entrambe sono una pratica moderna. Il miele: di solito si usa quello di Acacia, perchè cristallizza meno ( non ha senso usare la Zagara non si sentirebbe la differenza è troppo delicato e la frittura lo ammazza)va stemperato con acqua calda e versato sopra al momento di consumarle. Va benissimo la tua preparazione con il tagliere e la spatola o il coltello, purtoppo oggi cìè chi usa il saccapochè e toglie poesia a questa lavorazione. Io da Bambina guardavo sempre con che abilità mia madre o i crispellai per la strada tagliavano, squadravano e tiffavano le crispelle nel calderone di olio bollente, sembrava un unico movimento. Sarà solo un ricordo ma unito al profumo per me è poesia...

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    Risposte
    1. grazie mille per questo meraviglioso commento e per tutte le tue puntualizzazioni. La prossima volta seguirò senz'altro i tuoi consigli. Aspettavo proprio delle precisazioni, considerato che non sono catanese e ahimè non ho mai assaggiato le vere crispelle catanesi. Spero leggerai questa risposta perché ci tengo a ringraziarti e a chiederti se tu, da pasticcere, metti il lievito visto che scrivi che l'uso è facoltativo. Mi piacerebbe inoltre che ti firmassi, così saprei chi ringraziare e, se hai voglia potresti scrivermi per mail così da lasciarmi il tuo indirizzo di posta elettronica :)
      ti ringrazio davvero molto per il tuo intervento.
      Buona giornata
      Stefania

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