Oggi è la Giornata Nazionale degli Italiani all'estero per il Calendario del Cibo Italiano AIFB e ne sono orgogliosa ambasciatrice.
Questo è un tema a me caro: quando ero piccola, mio papà mi augurava sempre la buona notte con un goodnight,e sono cresciuta sentendo i racconti degli anni in cui i miei vivevano in Inghilterra.
Grande lavoratore, mio padre e mia madre partirono per l'Inghilterra appena sposati. Andavano a costruirsi una famiglia all'estero, lasciando gli affetti e la Sicilia contadina degli anni sessanta segnata dalla povertà e dalla conseguente emigrazione in cerca di fortuna.
Mio padre vendeva generi alimentari con il suo furgoncino: legumi agli spagnoli, pasta agli italiani, formaggi agli inglesi, e poi pane, frutta, verdura, salumi e tanto altro. Mia madre aiutava mio padre con l'attività, nel frattempo teneva dietro ai figli: uno, due, tre, quattro e poi, dopo quindici anni, di nuovo in Italia.
La mamma e il furgone di papà in Inghilterra |
Raggiunta la maggiore età, ritorno in Inghilterra, quel luogo favoloso di cui mio padre mi ha sempre raccontato. E poi in Germania per l'Erasmus e il contatto/scontro con diverse culture che solitamente si risolveva a tavola, davanti un piatto di pasta fumante, una tortillas, toast con formaggino e marmellata, bretzel e cookies e tanta voglia di conoscere l'altro.
Colazione tedesca in veranda e io, a sinistra, magra |
Di una cultura il cibo è il primo punto di contatto e gli italiani all'estero, superata la comprensibile diffidenza iniziale, si sono distinti proprio per la loro cucina, decretando il successo della cucina italiana nel mondo: Italia vuol dire pasta, pizza, lasagna e tiramisù, ma anche mangiar sano e salutare e, considerato gli svariati problemi che ha il Bel Paese, non è male portare in giro questa bandiera. Ma per saperne di più, leggete il mio post sul sito AIFB!
a presto!
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