lunedì 24 febbraio 2014

Parmigiano Reggiano Academy e Alma, scuola internazionale di cucina italiana



 Amate il parmigiano reggiano e volete scoprirne di più? Nasce per voi la Parmigiano Reggiano Academy, il primo corso di educazione sensoriale sul web.
Igino Morini
Basterà collegarvi al sito e seguire gratuitamente le lezioni video per sviluppare tutte le competenze necessarie che vi permetteranno di guadagnarvi lo status di Palato Raffinato Parmigiano Reggiano: le caratteristiche strutturali, i sapori distintivi, le diverse stagionature e il loro diverso utilizzo non avranno più segreti per voi!
Qui sopra potete vedere tre diverse stagionature del Parmigiano Reggiano: sapete riconoscerle? dopo il corso online, non avrete dubbi!
Io ho avuto la fortuna, insieme ad una fantastica brigata di super foodblogger, di affrontare in anteprima il terzo ed ultimo livello (disponibile sul sito a brevissimo) e ho potuto mettere in pratica gli insegnamenti acquisiti in una scuola FENOMENALE, all'ALMA di Colorno (PR). Che ve lo dico a fare che è stato vivere un sogno?

Ed eccoci alla prova di degustazione. Tornare sui banchi di scuola è sempre un piacere, se poi si tratta della più importante scuola di cucina in Italia... 

E dopo la lezione teorica, tutti in cucina! non prima di aver indossato gli abiti dei grandi chef!

I sogni di Claudette e Betulla ai dolci


Siciliani creativi in cucina e Spadellatissima ai primi

Scatti golosi ai bignè

L'ennesimo blog di cucinaEssenza in cucina agli antipasti

Lo Zibaldone Culinario e Greta's Corner
La luna sul cucchiaio
La cucina è in fermento! ma cosa abbiamo preparato? e dove sono io? per rispondere a questi intriganti arcani non vi rimane che attendere il prossimo post!





mercoledì 19 febbraio 2014

Bomboloni con lievito madre, Antonella Scialdone e lo spazio Pin

Sono o no sono una meraviglia?
volete provare a farli? sono buonissimi!
io e la pasta madre non abbiamo mai avuto un gran bel rapporto. Poi ho fatto un corso, con Antonella Scialdone e ho capito che facevo una serie di errori, per forza non mi riusciva bene niente!
Il corso si è tenuto allo Spazio Pin a Bologna. Guardate quant'è carina la cucina!
Ad accoglierci abbiamo trovato Elisa, una ragazza solare che mette tanta passione nel progetto che sta portando avanti: lo spazio pin è un luogo di condivisione, che mira ad una nuova socialità attraverso interessanti incontri e attività culturali. Credo proprio ci tornerò!
Antonella secondo me ha un tocco magico. I suoi lievitati con pasta madre sono profumati, morbidi, gustosi. Sarà il dna campano?
Al corso abbiamo realizzato una focaccia con latte di soia, una di quelle focacce che a me lasciano abbastanza indifferenti, se non condite con un etto di buona mortadella... In questo caso, non c'era proprio bisogno di nient'altro. Sarebbe stato un peccato profanarla con dei salumi o qualsiasi altro condimento!
Abbiamo anche preparato il pane: eccolo che cuoce in forno!

Ed eccolo qui, appena affettato. Abbiamo spazzolato la pagnotta, accompagnato da un buon olio extravergine di oliva biologico. Sicuramente Antonella tornerà allo Spazio Pin, seguite la pagina facebook per non perdervi il prossimo appuntamento; con le semplici spiegazioni di Antonella, la pasta madre non avrà più segreti!

Ed ecco la ricetta dei bomboloni, la ricetta è di Antonella: le uniche modifiche che ho apportato rispetto alla ricetta del libro La Pasta Madre sono sulla farina; io ho usato della comune farina 0, mentre Antonella consiglia manitoba e 00. A me sono venuti una meraviglia lo stesso, fate voi ;). 
Inoltre ho variato di poco procedimento su come inserire gli ingredienti e tempi. 

per 16 pezzi da 60gr (usando un coppapasta da 9 cm)
  • 400 g farina
  • 75gr di acqua
  •  120gr pasta madre rinfrescata
  •  2 uova medie
  •  80gr di burro
  •  50gr di zucchero
  •  55gr patate lesse (forse me n'è scappata un po' di più)
  •  4gr di sale
  •  scorza di un arancia grattugiata
  •  olio di semi di arachide per friggere,
  •  FINITURA: zucchero semolato
Preparare l'impasto mettendo nell'impastatrice la pasta madre con l'acqua, lavorare per alcuni minuti e aggiungere le patate schiacciate. Aggiungere nell'ordine uova, farina, zucchero e sale. Impastare per una decina di minuti e aggiungere a poco a poco il burro morbido. Infine, aggiungere le scorze d'arancia. Lavorare fino ad ottenere una palla lucida e lasciar lievitare 2 ore. Trascorso questo tempo,  sgonfiare l'impasto e fare le pieghe stendendo la pasta a mo' di rettangolo e ripiegando ù
a libretto per due volte. 
Coprire e lasciar riposare 1 ora e poi mettere in frigo per 9 ore (Antonella dice 10/12, a me son bastate).
Riprendere l'impasto e lasciare al coperto a temperatura ambiente per 2 ore. A questo punto capovolgiamo l'impasto sulla spianatoia e  stendiamo alto 1 cm e con il tagliapasta otteniamo i cerchi. 
Adagiare i dischi su delle teglie rivestite di carta da forno, coprire con la pellicola e lasciar lievitare 2/3 ore. 
Nel frattempo prepariamo la crema. Questa è la mia ricetta standard per una crema poco uovosa:
  • 2 tuorli
  • 100 g zucchero
  • 50 g farina o amido
  • 500 ml latte intero
  • un cucchiaino di estratto di vaniglia
Scaldare il latte e in un altro pentolino mescoliamo insieme tuorli, zucchero e farina. Versare metà del latte tiepido, mescolare per bene e mettere sul fuoco, a fiamma bassa. Aggiungere il latte restante e quando la crema comincerà a bollire, aggiungere l'estratto di vaniglia. Mescolare ancora per un paio di minuti fino ad ottenere la consistenza tipica della crema e spegnere.
Non ci resta che friggere:
riscaldare abbondante olio e immergerei nostri bomboloni rigirandoli un paio di volte. Scolarli a passarli nello zucchero semolato, farcirli con la crema attraverso la sacca da pasticciere  con punta a stella!
Serviamo!
Ne vengono da farvi venire il colesterolo alle stelle, fate come me, friggetene un terzo e il resto surgelatelo per le prossime volte ;)

Suggerimenti:
se non riuscite a staccare i bomboloni dalla carta forno, ritagliatela intorno con le forbici e tuffate il bombolone con tutta la carta, dopo un paio di secondi verrà via senza fatica!

venerdì 14 febbraio 2014

Radicchio di Treviso tardivo alla Saba

Buon S. Valentino a tutti!
mentre il web impazza di cuoricini e dolcini, oggi al mio ammOre preparerò delle cose salutari e non... a casa mia si mangia così, schifezze e verdure, in modo da bilanciare un po' danni e benefici...
oggi preparerò per il mio compagno una bella cotoletta di pollo unta e del radicchio alla saba per contorno.
Il radicchio è forse poco presente sulle nostre tavole, ma andrebbe consumato in quantità.
Ai più è noto che questo vegetale si caratterizza da sostanze amare capaci di stimolare la secrezione biliare, facilitando la digestione; forse non tutti sanno che il radicchio deve il suo colore rosso alla presenza di antocianine: ebbene, queste sostanze presenti nel radicchio rosso di Treviso esercitano un'azione positiva sulle cellule intestinali e contrasta lo stress ossidativo e, almeno in laboratorio, rallenta la proliferazione di cellule tumorali (qui per saperne di più).
Un toccasana, insomma, che non dovrebbe mancare seguendo una corretta alimentazione.
alcuni tipi di radicchio. Quali riconoscete?
Bene, ma come mangiare il radicchio?
Ecco una ricetta davvero semplice per un contorno gustoso, che ben si abbina a secondi di carne bianca.
Ingredienti:

  • 2 cespi di radicchio di Treviso tardivo (che sia I.G.P. eh! io consiglio quello dell'azienda OrtoRomi di cui vi ho già parlato qui)
  • 50 ml di aceto bianco
  • 50 ml di saba 
  • sale, un cucchiaio raso
Lavate il radicchio e dividetelo in quattro incidendolo dalla base. 
Sbollentatelo per pochi minuti (4 dovrebbero bastare) in acqua (un litro e mezzo, circa), dove avrete aggiunto il sale e l'aceto.
Scolatelo bene, condite con la saba. Servite, tiepido o freddo. Come preferite!
E se volete saperne di più visitate il sito del Consorzio Tutela Radicchio Rosso di Treviso e Variegato di Castelfranco
Radicchio variegato di Castelfranco











sabato 8 febbraio 2014

Ivan Borsato, il suo Micro Birrificio e il Radicchio Rosso di Treviso IGP


Eccomi di ritorno con il primo post dell'anno. Si, lo so, che ormai è quasi Pasqua, che dire! auguri ;)
Comincio in ritardo con un'esperienza che ho vissuto nel lontano 2013, quando, grazie al Consorzio per la tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP e Ortoromi ho avuto l'occasione di conoscere meglio il fantastico e affascinante mondodel Radicchio. E siccome sono stati due giorni densissimi di eventi, curiosità, ottimo cibo e compagnia, ritengo doveroso parlarvene almeno in due riprese.
Oggi comincio parlandovi di Ivan, un ragazzo che ha unito la passione per la buona tavola con l'amore per la birra. Da questo connubio che francamente non ho mai apprezzato più di tanto, eccezion fatta per i gloriosi tempi da Erasmus in Baviera (se non altro per la buona birra...), mi si è aperto un mondo fatto di accostamenti, temperature di servizio, materie prime che davvero mi ha entusiasmato.
Perché se il mio amore per la birra è praticamente nullo, stravedo per gli chef che sprizzano energia da tutti i pori e questo è Ivan Borsato.
Ivan ha un micro birrificio a Camalo' di Povegliano (Tv) che merita davvero una visita. Su appuntamento è possibile non solo degustare e acquistare le sue particolari birre artigianali, ma alla Casa Vecia potrete intimamente consumare i piatti dello chef. 
Degne di nota le etichette delle bottiglie di Ivan, un vero è proprio inno alla creatività, disegnate da Kukuxumusu, un'azienda di Pamplona che ha realizzato per lui delle etichette davvero simpatiche. 

Ivan ci ha stuzzicato subito il palato con una birra non birra davvero particolare, che a me è piaciuta tantissimo: 50% succo di mela, 25% succo di pera, 25% di mosto di malto e fermentazione spontanea con bucce di mele. Solo 5° gradi, potrei berne una cassa, allegramente.
Finta de Pomi
Dopo aver visitato il micro birrificio, abbiamo potuto ammirare la chef Ilenia Bazzacco all'opera che ci ha preparato un piatto davvero profumato, il radicchio di Treviso marinato con birra, arance e timo. Delizioso! 
Ilenia Bazzacco e il radicchio marinato alla birra

Una volta seduti a tavola, abbiamo cominciato il nostro pasto con salumi e formaggi della zona e una super burrata al radicchio che chi se la scorda più e radicchio in tutte le salse!

Praticamente un vero e proprio pranzo, altro che antipasto...


Con l'antipasto, Ivan ha abbinato la sua Formenton che nasce dal connubio tra la  Weiss, birra al malto che trova la sua massima espressione nelle terre tedeschie di Germania, e la Blanche, birra belga che non ho mai provato. Il risultato è una birra fresca e poco alcolica, perfetta con i formaggi che abbiamo consumato.
birra Formenton
Con le lasagne al radicchio arriva a tavola anche la birra per cui siamo venuti. Ma fatemi spendere due parole su quelle lasagne sublimi, mi sono piaciute moltissimo. Le lasagne al radicchio sono deliziose, ma quelle di Ivan sono speciali: sarà il radicchio IGP e forse un qualche formaggio particolare, ma decisamente le migliori lasagne al radicchio che io abbia mai mangiato!
Ai confini della realtà il musetto e cren: sebbene fossi già stracolma non ho potuto non prenderne un pezzetto... che ho divorato...
Lasagne al radicchio e musetto cren
Ed ecco lei, la signora birra al radicchio.  Questa birra nasce da una sfida. Un giorno il signor Paolo Manzan, presidente del Consorzio per la tutela del Radicchio Rosso di Treviso IGP, nonché sosia di George Clooney, ha chiesto a Ivan se fosse in grado di produrre una birra al radicchio.
La birra al radicchio di Ivan
Così alle 6.30 del mattino, i due soggetti si sono ritrovati a tavola ad assaggiare radicchio arrosto, glassato, essiccato, candito. Decidono quale delle preparazioni fosse adatta per la base e si danno da fare.
A mio parere, l'esperimento è riuscitissimo. Non vi rimane che provarla.
Paolo Manzan
(vero che è uguale a George?)

Il mio viaggio si è dovuto interrompere qui causa treno in partenza, mi sono persa il dolce. Mannaggia! dovrò tornare da Ivan ;) 

Ciao ciao, bella compagnia! spero di ritrovarvi presto!




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