lunedì 30 marzo 2015

I favolosi anni '70 da Athos Guizzardi

E' incredibile quello che sta succedendo dai Guizzardi in questi giorni.
Riflettevo ieri che sono davvero fortunata a vivere in questa bellissima regione. E so bene che gli autoctoni mi diranno che Casalecchio non è Bologna, e Bologna non è Emilia Romagna ma lasciatemelo dire: l'unione fa la forza e questo dovremmo tenerlo tutti in mente, in ogni aspetto della nostra vita sociale.

Dovremmo tutti prendere coraggio dalle nostre diversità, ma non tenercele per noi. Condivisione di energie: questo è ciò che emerge dagli chef che stanno contribuendo a rendere indimenticabile questa settimana pazzesca. Bravi tutti! Sopratutto coloro che hanno partorito questa straordinaria festa! cerchiamo di prendere esempio!
Emilio Barbieri (Foto di repertorio)
In una splendida giornata di sole, ha preso il via la penultima giornata di festeggiamento. Io mi sono persa il grandissimo Emilio Barbieri (Strada Facendo, Modena) che ha preparato I "maccheroncini alla regina", un piatto che negli anni '70 gli valse un premio.
Arrivo in tempo per il secondo assaggio di Francesco Di Natale (trattoria da Francesco, Bologna), un cuoco siculo dai trascorsi di pallavolista.
 Prepara le sarde a beccafico con grattachecca di Arancia e polvere di capperi. Un tuffo nel mare di casa mia. Non posso non andare a trovarlo al suo ristorante!


La palla passa a Giacomo Guizzardi e Alberto Corelli, due "figli d'arte", che promettono davvero tantissimo.

Vederli lavorare insieme, così puliti, sciolti, bravi, belli... insomma, guardavo loro e cuore di mamma pensava a quanto mi piacerebbe che mio figlio "da grande" (Giacomo e Alberto hanno 39 anni in due) spero sia così, che abbia la stessa dedizione al lavoro, qualunque esso sia, che ho visto in questi ragazzi che ci hanno preparato il "paradise bridge", una bruschetta con spalla di maiale sfilacciata con una deliziosa salsa agrodolce preparata espressa.
Arriva ad esibirsi il vulcanico Marcello Leoni che ribadisce che la conoscenza ci rende liberi e che in cucina non ci si improvvisa, che solo partendo da basi solide si può arrivare ad essere dei grandi cuochi e tutto il resto è fuffa.
 Ci ricorda inoltre che non dobbiamo riempirci la bocca con l'italianità, se prima non impariamo a conoscere i nostri prodotti meravigliosi: solo allora possiamo contribuire a diffondere il "verbo". Cucinare (e mangiare) con consapevolezza.
Marcello prepara degli spaghetti alla puttanesca, quelli veri.
E' il turno di Pierluigi Di Diego (Il Don Giovanni, Ferrara) che cucina per noi un piatto che gli preparava la sua mamma.

Alla tradizione si aggiunge l'innovazione. 

Ci porta così i suoi spaghetti con alici e mollica abbrustolita con polvere di caffè profumati al lime. 
Arriva Irina Steccanella (Osteria Vini d'Italia, Bologna) con i suoi spaziali "Bigstecs". Irina nasce sul finire degli anni '70 e non ha chiaramente ricordi.
Sua nonna le dice però che andava matta per i panini. E anche noi andiamo matti per i suoi hamburger con mayonese velocissima e un po' di cipollotto di Tropea per gradire. Delizioso anche il pane, di cui spero di avere la ricetta.
Irina ci stupisce con la sua scioltezza e con l'olio alla carbonella appreso da un grande chef. Chi? mistero. Si vocifera fosse un certo Bottura.
Il bellissimo pomeriggio non può che concludersi con un dolce fotonico, come direbbe la mia cara amica Silvia di BolognaFood.

Gabriele Spinelli (DolceSalato, Pianoro, Bo), ci prepara "infinito", una coppa con un fresco cremoso di mascarpone e cioccolato bianco, pandispagna bagnato con il Navan, un cognac alla vaniglia invecchiato, lamponi che sanno di menta e del cioccolato che lui chiama "quarto cioccolato"(né al latte, né fondente, né bianco) con frutta secca che profuma di caramello. 
Stasera l'ultima sera. Imperdibile.

1 commento:

  1. Ragazza, lo sai che ti sto invidiando da morire??? Che belle giornate stai trascorrendo. e leggendo le prodezze di questi cuochi e chef, quanto siamo fortunati tutti noi a vivere in questo Paese? Un abbraccio

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